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INVENTING ANNA

E’ la serie che più mi è piaciuta nel 2024.
L’ho guardata proprio all’inizio dell’anno, per due volte (non è lunga) ed ho aspettato un bel po’ prima di scriverne.
Quando Netflix l’ha fatta uscire era scoppiato da poco il Pandoro Gate -Chiara Ferragni era letteralmente in ginocchio- ed effettivamente non avrei potuto scegliere momento migliore per guardarla.
Attrice superlativa che riesce a coniugare non so nemmeno io come l’entusiasmo della socialite per eccellenza con la noia tipica dell’avversione alla mediocrità generale (guardare per capire). Bastano pochi minuti per amare questo personaggio tra genio, follia e cazzimma.

Fatte le dovute premesse, la serie è interessante sotto ogni profilo: da quello umano a quello sociologico, passando per quello sostanziale della vicenda raccontata, ispirata ad una storia vera (elemento non banale).
Una ragazza ossessionata letteralmente dall’idea di diventare ricca e famosa, decide di spostarsi dalla Russia a NYC (cambiando anche il proprio cognome e rendendolo più aderente al luogo prescelto) e di mettere a frutto nella grande mela le sue conoscenze in materia di arte e la sua passione per la stessa, oltre che le sue doti innate di socialite ed influencer. L’obiettivo è ambiziosissimo perché lo strumento che deve garantirle fama e ricchezza e’ una Fondazione che sia punto di riferimento per la migliore fetta della popolazione della migliore NY.
Dettaglio: la Fondazione non esiste ancora ma il suo mantra è Fake it, till you make it (Fingi fino a che non ci riesci), una sorta di tecnica di manifestazione con tanto di pratica applicata. Per costituire la Fondazione, infatti, servono i soldi, tanti, tanti, tanti soldi e Anna Delvey (si da chiamare così) e’ a tanto così dal raggiungere ma che perde, letteralmente, ad un passo dall’accredito per via di una denuncia banale di una sua amica alla quale per una volta non è riuscita a pagare una vacanza di lusso in un posto di super lusso.
Anna fino al momento dell’arresto prende i soldi dove riesce, manipolando un target di persone inarrivabile in un contesto normale.
Da questo elemento parte l’inchiesta della giornalista nel cuore della quale Anna qualcosa smuove. Anna non può essere (solo) una truffatrice, Anna ha mostrato capacità non comuni, cos’altro è successo che non sappiamo? Questa è la domanda che motiva la giornalista per tutto il tempo in cui inchiesta e processo proseguono in parallelo.
La serie è incalzante e se si pensa che è una storia vera acquista ancora più fascino.
Da guardare, assolutamente.

Fun fact: la vera Anna Delvey (che continua a farsi chiamare così e che sta ancora scontando la sua pena) ha appena partecipato all’edizione americana di Dancing with the stars (il corrispondente del Ballando con le stelle italiano) con tanto di braccialetto elettronico. Che dire... se non è genio questo..?

“Fake it till you make it”

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