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UNICA

Ho resistito, ma alla fine l’ho guardato pure io. Intanto confermo che di questi documentari all’italiana c’è una cosa che non sopporto proprio ed è la cantilena delle voci fuori campo..
Poi continuo a sostenere che forse ‘sta cosa sarà servita ad Ilary, ma noi tutti ne potevamo fare a meno.
Ma vabbè, passiamo oltre. E cominciamo ovviamente da Ilary: senza e senza ma io sto dalla sua parte, e non adesso che ho visto il documentario (ripeto, totalmente ininfluente), ma dal giorno in cui è iniziato ‘sto casino.
Per questo, che Ilary abbia preso un caffè o che non sia stato solo quel caffè, a me personalmente non importa proprio niente. Quello che mi interessa è quello che è passato nella testa di Totti, che da ‘sto documentario esce praticamente come un troglodita, egoista, invidioso e molto poco uomo.

Ma andiamo con ordine.
Questo documentario ha due facce: la prima è quella del dramma, del dolore che comunque in Ilary si percepisce parecchio, la seconda quella della commedia vera e propria.
Noi non sappiamo veramente come è andata e non lo sapremo mai - anche se l’onestà di Ilary mi fa pensare che abbia raccontato le cose come stanno - però quello che si vede è una donna che, pur sicuramente con una tempra molto forte, è provata da se stessa e dalla sua “più stupida pazienza” (direbbe Anna Oxa), più che dall’evoluzione dei fatti.
Quello che le fa male - sembra - è il fatto di essere stata per vent’anni così presente per un uomo che alla fine la sua presenza se l’è meritata solo a metà, visto che poi ha preferito scegliere qualcuno rispetto al quale potesse continuare a sentirsi Francesco Totti e non Francesco Totti, (anche) marito di.
Da buona Bilancia (dato da non sottovalutare), Francesco Totti non ha tollerato che Ilary assumesse comportamenti nei suoi confronti che invece lui aveva sempre assunto nei confronti di lei. Della serie: io posso, ma tu non ti permettere, perché se fai anche solo un centesimo di quello che faccio io, me ne vado perché non tollero che con me ci si comporti così.
Ma Francesco doveva pensarci bene, perché, per citare un saggio, mi sa che ha pestato i piedi alla puttana sbagliata (del Toro, just so you know).
Veniamo invece alla parte comica.
Intanto la famosa questione (tanto famosa quanto patetica, direi) di borse e scarpe da un lato ed orologi dall’altro.
Vedere come Ilary cerca le sue cose disperatamente, tra anfratti di casa che lei nemmeno conosce, fabbri vari che aprono serrature a tutte le ore, ma sempre perennemente con tanto di documento video-fotografico alla mano, fa seriamente ridere (l’ossimoro non è casuale).

Altra cosa a mio avviso divertentissima - forse la più divertente in tutto il documentario - è la storia dell’investigatore.
In pratica, Ilary ingaggia un investigatore privato e lo sceglie su Milano per evitare che a Roma, vista la considerazione che la città ha per Totti, le venga in qualche modo fatto ostruzionismo. Totti però scopre prestissimo che Ilary ha ingaggiato un investigatore.
Ecco, nella differenza di racconto che Ilary e l’investigatore fanno è racchiusa secondo me la differenza sostanziale tra Roma e Milano.
Ilary, più schietta che mai, scoppiando in una risata fragorosa che lascia pochissimo spazio all’interpretazione del suo pensiero, dice: “Sta di fatto che poi però l’investigatore s’e’ fatto sgamare” e continua a ridere coprendosi il volto (per lui, mi sa).
L’investigatore, dal canto suo, trenta secondi dopo, in maniera grottesca, racconterà il fatto più o meno così: “Purtroppo non è stato possibile portare a termine l’intera attività per via di situazioni che ce lo hanno impedito”.

Ultima cosa più o meno divertente è l’atteggiamento della mamma di Ilary.
Composta, gentile, ma sopratutto ancora innamorata di suo genero, più di quanto non lo sia sua figlia, a tal punto da dare ancora una speranza alla coppia, nemmeno tanto tra le righe.

Morale: France’, l’hai fatta proprio grossa e lo sai pure tu. Tranquillo però, Ilary prima o poi ti perdona, e se c’è da aspettare un po’, la porta della suocera è spalancata.

Su Netflix. Da vedere a tempo perso, sempre che non l'abbiate già fatto.

Ilary Blasi: The One and Only

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