Un lavoro perfetto - Tsumura Kikuko
Romanzo divertente, un po’ ai limiti del fantastico, cosa che non riesco ad apprezzare particolarmente, ma comunque piacevole.
Il percorso della protagonista da un lavoro all’altro - dopo essersi licenziata dall’incarico precedente durato invece 14 anni, per colpa di un esaurimento nervoso, cosa che viene ripetuta sistematicamente quasi a dover convincere il lettore - è rocambolesco, a tratti buffo, ma sempre connotato da quella calma di sottofondo che solo in Giappone sembra trovarsi.
La protagonista cambia infatti cinque lavori in un anno, tutti diversi tra loro, e sembra che sia la cosa più normale e tranquilla del mondo.
Quello che mi ha divertito di più è stato il criterio col quale la protagonista sceglie i nuovi mestieri in cui si cimenta dopo essersi licenziata: alla base c’è sempre la decisione di non far tornare l’esaurimento nervoso e dunque i lavori possono essere i più strani e bizzarri purché poco impegnativi.
E sarei davvero curiosa di sapere se la scelta dei diversi lavori che la protagonista si trova via via a svolgere - decisamente singolari - sia esclusivamente il frutto di una mente piena di immaginazione o davvero, in Giappone, esiste la possibilità di dedicarsi anche solo per un po’ di tempo a lavori di questo tipo. Chissà, magari davvero per staccare un po’...
Non so se consigliarlo, non so se verrebbe apprezzato per come potrebbe. Diciamo che può essere un 7 -.
P.S. Sapete cosa ho scoperto però? Avete presente quella serie di Seletti in cui gli oggetti sembrano essere costituiti da cocci uniti fra loro e bordati d’oro? Beh, si tratta di una mera tecnica giapponese di riparazione degli oggetti: il kintsugi. :)
Buona lettura!