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The Morning Show

La serie è su Apple TV e attualmente è on air ogni mercoledì con i nuovi episodi.

Intanto vale la fotografia su NYC: ogni spot all’aperto è un’occasione per riguardare la città. A questo proposito, il primo episodio della seconda stagione inizia con una passeggiata “volante” nelle strade di NY e nei suoi angoletti più caratteristici. STUPENDA.
Poi non si piange. Si segue il dramma, ma non si piange (lo dico perché vengo da This Is Us che è stato ‘ma tragedia da ‘sto punto di vista…).
La serie affronta argomenti di attualità e consente di annusare un po’ cosa c’è sotto la maschera che gli Americani tendono a portare o comunque a far vedere di avere rispetto a determinati argomenti (vedi il Me Too).
Il personaggio di Jennifer Aniston (Alex Levy) è nuovo rispetto a quello a cui siamo abituati quando si tratta di lei, ma resta simpatico, a tratti anche esilarante, stronzo ma genuino. Mi piace parecchio.
Dal secondo episodio della seconda stagione ci sono alcune scene girate sul lago di Como e c’è Valeria Golino che recita. Bravissima: recita in inglese ed è magistrale.
La seconda stagione è focalizzata sulla pandemia e mostra proprio la diversa percezione e gestione che l’America ha avuto dall’inizio rispetto al virus anche rispetto all’Italia.
Si sottolinea molto il fatto che in Italia ci sia stata un’apprensione molto forte che soprattutto all’inizio l’America al contrario non sembra aver vissuto. E mi incuriosisce sapere perché sia stata presa come riferimento proprio l’Italia e non un altro Paese; soprattutto, mi piacerebbe sapere come mai nella serie si faccia passare il messaggio che il virus arrivi dall’Italia e non invece che sia stata l’Italia a scoprire molto presto il virus sul territorio, che è cosa ben diversa…
Ciò detto, ho amato moltissimo anche il personaggio di Cory Ellison, che è il CEO di UBA, la Società che produce il Morning Show.
Altra cosa: episodio 4, terza (ed ultima sinora) stagione. Una scena è girata a Soho, nel mio angolo preferito, con il mio posto preferito in assoluto di NYC. Ho adorato letteralmente gli outfits - tutti, dall’inizio - di Stella Bak, presidente di UBA. Troppo troppo troppo cool.
Una cosa che secondo me non è fatta benissimo sono i flashback: sono inseriti all’improvviso tra un episodio e l’altro, quindi all’inizio si fa fatica a capire che si tratta di un flashback, anche perché nel frattempo si è già capito cosa è successo (anche se non come). Insomma, a me questo tipo di struttura piace un sacco, ma se non si fa bene viene fuori un po’ disordinata. Mio personalissimo parere eh..
Andando oltre, sempre terza stagione, ep. 6: ci sono alcune scene girate al Summit One Vanderbilt. È un osservatorio che offre una vista mozzafiato sui grattacieli di NYC, il Chrysler in particolare (è spettacolare ancora di più visto da così vicino e da così in alto, siamo tra il 57o ed il 59o piano). Fa un po’ impressione l’ingresso (non spoilero nulla), ma merita una visita nonostante il costo non sia propriamente minimo, ma si sa, è NYC e tutto ha un prezzo.
Stagione 3, episodio 7: lui prepara la colazione a lei. He’s definitely too hot.
Stagione 3, episodio 8: cameo di Pierpaolo Piccioli (creative director di Maison Valentino, per chi non lo sappia). L’abito fucsia del red carpet è strepitoso.
Stagione 3, ultimo episodio ad oggi: sono curiosa di cosa succederà mercoledì.

Da vedere, certo!

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