L’ora del caffè - Gianrico e Giorgia Carofiglio
Il testo nascerebbe - da quanto affermato dagli autori in una intervista tv - da un confronto tra le generazioni che gli stessi rispettivamente rappresentano. Da qui il titolo, che riporterebbe a delle conversazioni e discussioni avute tra i due davanti ad un caffè (americano, quindi lungo, annacquato e bollente…il “set” per un degno confronto ci sarebbe stato tutto).
Il condizionale però è d’obbligo in quanto ciò che si legge (fatta eccezione per la “specie di postfazione”) non sembra affatto uno scambio tra due voci generazionali - che al contrario sarebbe stato molto interessante e divertente seguire nell’evoluzione - bensì, eventualmente, il risultato di quello scambio, senza distinzione di paternità di idee che consentisse al lettore di comprendere chi pensa(va) cosa.
Alla fine mi sono chiesta non solo, dunque, dove fosse il confronto generazionale - scomodato, forse, solo per dare un senso alla presenza dei due autori, padre e figlia - ma mi sono chiesta anche se le idee differenti (che non si percepiscono tali) alla fine si siano ritratte per lasciare il posto all’idea dell’uno o dell’altro, ovvero ad una nuova. Insomma, sarebbe stato bello seguire e capire questo, cosa che però non c’è.
Long story short: il libro fornisce sicuramente moltissimi ed interessanti spunti di riflessione (un esempio è il capitolo intitolato “Cambiare gioco”, bello perché sentitamente ottimista), tuttavia, tali input restano un po’ come “abbandonati” sotto una copertina che avrebbe voluto (e potuto) raccontare tutt’altro.
Non è un manuale di conversazione.
Ciò nonostante, un plauso a Giorgia per aver accettato la prova, rigorosamente senza passaggio del testimone. Era impresa ardua e le va riconosciuto il coraggio, da premiare semplicemente leggendo, magari cercando di cogliere con attenzione la sua presenza tra le pagine.
Lo consiglio perchè Giorgia è giovanissima e merita di essere letta, ma nel complesso il libro non mi ha convinta.
Il testo nascerebbe - da quanto affermato dagli autori in una intervista tv - da un confronto tra le generazioni che gli stessi rispettivamente rappresentano. Da qui il titolo, che riporterebbe a delle conversazioni e discussioni avute tra i due davanti ad un caffè (americano, quindi lungo, annacquato e bollente…il “set” per un degno confronto ci sarebbe stato tutto).
Il condizionale però è d’obbligo in quanto ciò che si legge (fatta eccezione per la “specie di postfazione”) non sembra affatto uno scambio tra due voci generazionali - che al contrario sarebbe stato molto interessante e divertente seguire nell’evoluzione - bensì, eventualmente, il risultato di quello scambio, senza distinzione di paternità di idee che consentisse al lettore di comprendere chi pensa(va) cosa.
Alla fine mi sono chiesta non solo, dunque, dove fosse il confronto generazionale - scomodato, forse, solo per dare un senso alla presenza dei due autori, padre e figlia - ma mi sono chiesta anche se le idee differenti (che non si percepiscono tali) alla fine si siano ritratte per lasciare il posto all’idea dell’uno o dell’altro, ovvero ad una nuova. Insomma, sarebbe stato bello seguire e capire questo, cosa che però non c’è.
Long story short: il libro fornisce sicuramente moltissimi ed interessanti spunti di riflessione (un esempio è il capitolo intitolato “Cambiare gioco”, bello perché sentitamente ottimista), tuttavia, tali input restano un po’ come “abbandonati” sotto una copertina che avrebbe voluto (e potuto) raccontare tutt’altro.
Non è un manuale di conversazione.
Ciò nonostante, un plauso a Giorgia per aver accettato la prova, rigorosamente senza passaggio del testimone. Era impresa ardua e le va riconosciuto il coraggio, da premiare semplicemente leggendo, magari cercando di cogliere con attenzione la sua presenza tra le pagine.
Lo consiglio perchè Giorgia è giovanissima e merita di essere letta, ma nel complesso il libro non mi ha convinta.
Buona lettura!