La vita è una danza - di Cèdric Klapish
Un film di quelli che piacciono tanto a me.
Non solo per il messaggio di rinascita sul quale è incentrato, ma per tante altre ragioni, prima fra tutte la celebrazione della danza, come disciplina e come stile di vita.
La danza è il cuore della storia, la danza è ovunque. Nei luoghi, nella fotografia (quella iniziale ricorda i famosi dipinti di Degas), nei corpi, nelle emozioni, positive come negative.
Non è mai banale, nonostante forse la storia lo sia ma solo perché non è la prima volta che viene portato al cinema il cambiamento forzato associato ad nuovo inizio luminoso tanto quanto ciò che c’era prima se non di più.
La protagonista è perfetta, nei lineamenti, nella discrezione di ballerina classica, nella rassegnazione e nella forza ritrovata di una danzatrice contemporanea. Il suo (nuovo) fidanzato, Mehdi, è una sorta di Claudio Santamaria francese, e credo non esista cosa più sublime.
I pezzi in cui si danza sono letteralmente strepitosi ed in alcune scene - come ad esempio la scena in spiaggia - si riesce davvero ad assaporare una libertà che difficilmente si sente addosso.
Il film ha molte contaminazioni (due fra tutte “Il cigno nero” anche se per pochissimi tratti e “Save the last dance”) ma non hanno l’aria di un déjà vu, tutt’altro, sono messe a servizio di una storia che va avanti comunque da sola.
Queste le frasi che mi sono rimaste impresse, nella lingua in cui le ho sentite :):
« Il faut retrouver ta simmetrie »
« Aller bien en fait c’est un privilège »
« Weakness is a superpower now »
« Profite de toutes les vies que la vie voudra te donner »
A proposito, si tratta di un film francese e guardarlo in lingua originale è stato come sempre il valore aggiunto più grande.
Buona visione!