La ragazza della palude - di Olivia Newman


È una celebrazione della natura, nella trama, nei dialoghi, nella fotografia stupenda, soprattutto sui tramonti.
Per me è stata una sorpresa sotto ogni punto di vista: non conoscevo la storia, non avevo letto il romanzo da cui il film è stato tratto, l’ho scelto perché era l’unico film in lingua originale nel cinema più vicino a me.
Beh, come spesso accade con tutte le cose che avvengono per caso, mi ha stupita piacevolmente. Per quanto in alcuni punti la storia sia un tantino forzata, non si può negare che sia capace comunque di tenere incollati allo schermo fino alla fine.
La scelta degli attori è vincente: la protagonista, Daisy Jessica Edgar-Jones, è sublime nel ruolo (con una somiglianza impressionante con l’italiana Benedetta Porcaroli, che a me piace tantissimo), ma azzeccatissimo anche David Russell Strathairn nel ruolo del suo avvocato difensore per l’omicidio di Chase Andrews.
Quello che più ho apprezzato in questo film - non essendo io un’amante del mistery/drama - è che il dramma, appunto, è solo lo spunto per raccontare l’estrema bellezza della natura, la cui unica costante è il continuo cambiamento, che la caratterizza nel bene e nel male.
Mi ha riportata un po’ ad un libro che invece ho letto di recente - e del quale proprio dicevo che sarebbe potuto diventare un film - che si intitola “La donna degli alberi”. Ecco, il film è un’ode all’anima selvaggia, “libera come il vento di burrasca e sveglia come poche”.

Da vedere, certo!