Cuore puro - Roberto Saviano
Parlo di questo romanzo - letto in poco più di tre ore, durante un viaggio in treno - con un timore reverenziale molto forte, unito ad una profonda riconoscenza.
Roberto Saviano si conferma narratore perfetto. Presente a fatti e sensazioni come davvero pochi riescono a fare pur con i più nobili intenti.
Tutte le volte che Saviano “parla” io, personalmente, sento di dovergli qualcosa, perché imparo sempre qualcosa.
Uno dei punti che mi ha toccato di più è stata la descrizione dell’azione di Dario, descrizione che ha dentro di sé la passione del più bravo cronista sportivo durante un mondiale e la spontaneità, mista a tenerezza, di cui i napoletani abbondano.
Mentre Saviano dettaglia quell’azione dimostra di saper far funzionare il cuore con la stessa purezza “addebitata” a Dario, tanto da rendere il lettore non solo capace di vederlo davvero questo ragazzino ma addirittura di fare il tifo per lui.
E non solo perché il lettore è contro la camorra, tutti dovremmo esserlo a prescindere, ma semplicemente perché a questo mondo esiste ancora qualcuno disposto a correre (e tifare) un rischio per raggiungere un sogno.
Ed io, sicuramente, sono una di questi.
A proposito… “E poi chi ha detto che il sogno irrealizzato è meno degno di quello realizzato? Sognare vuol dire tendere, proiettarsi; vuol dire semplicemente ambire. Tenere, invece, vuol dire ritrarsi, proteggersi; vuol dire semplicemente rinunciare.” (Pag. 48)
Leggetelo perché imparate. Solo per questo dovreste. Solo per questo.
Parlo di questo romanzo - letto in poco più di tre ore, durante un viaggio in treno - con un timore reverenziale molto forte, unito ad una profonda riconoscenza.
Roberto Saviano si conferma narratore perfetto. Presente a fatti e sensazioni come davvero pochi riescono a fare pur con i più nobili intenti.
Tutte le volte che Saviano “parla” io, personalmente, sento di dovergli qualcosa, perché imparo sempre qualcosa.
Uno dei punti che mi ha toccato di più è stata la descrizione dell’azione di Dario, descrizione che ha dentro di sé la passione del più bravo cronista sportivo durante un mondiale e la spontaneità, mista a tenerezza, di cui i napoletani abbondano.
Mentre Saviano dettaglia quell’azione dimostra di saper far funzionare il cuore con la stessa purezza “addebitata” a Dario, tanto da rendere il lettore non solo capace di vederlo davvero questo ragazzino ma addirittura di fare il tifo per lui.
E non solo perché il lettore è contro la camorra, tutti dovremmo esserlo a prescindere, ma semplicemente perché a questo mondo esiste ancora qualcuno disposto a correre (e tifare) un rischio per raggiungere un sogno.
Ed io, sicuramente, sono una di questi.
A proposito… “E poi chi ha detto che il sogno irrealizzato è meno degno di quello realizzato? Sognare vuol dire tendere, proiettarsi; vuol dire semplicemente ambire. Tenere, invece, vuol dire ritrarsi, proteggersi; vuol dire semplicemente rinunciare.” (Pag. 48)
Leggetelo perché imparate. Solo per questo dovreste. Solo per questo.
Buona lettura!