C'è ancora domani - di Paola Cortellesi
Un film che mi ha riportato indietro, al pensiero delle mie nonne e dei miei nonni.
Gesti che non erano solo gesti ma prima ancora erano rituali: le pulizie in ogni momento della giornata perchè “se viene qualcuno” che poi sì veniva ma stava in cucina perché non era quasi mai un estraneo; le attenzioni quasi maniacali nei confronti della famiglia, la spesa la mattina presto cercando sempre di far quadrare i conti senza far mancare mai niente; il vassoio dei pasticcini della domenica o delle occasioni speciali; le amicizie, quelle vere, con cui davvero condividevi gioie e dolori, la solidarietà, i pettegolezzi del vicinato, i sogni per i figli che erano più sogni per sé stessi finché i figli non li toccavano con mano e allora si capiva se erano sogni davvero o se erano incubi.
Mi ha colpito molto la scelta della regista di far vivere le botte del marito verso sua moglie come una danza: una scelta di delicatezza, per chi, come me, la violenza domestica non sa nemmeno cosa sia, e per chi al contrario la vive ancora oggi… Paola Cortellesi rende gentile anche ciò che gentile non è, con l’obiettivo di comunicare, di non ignorare, ma rigorosamente di non impressionare.
Mi ha fatto tenerezza la descrizione dell’America attraverso l’esercito americano, fotografato dall’espressione “c’hanno tutti i denti”, a sottolineare un timore reverenziale che addirittura fa dell’estetica il punto di partenza di un’analisi che non è nemmeno un’analisi, quanto piuttosto un dato fattuale da accettare in quanto tale.
Mi ha letteralmente incantata l’interpretazione di Valerio Mastandrea, come quella di Emanuela Fanelli.
Ma come mai ne scrivo solo oggi? Questo film l’hanno visto praticamente tutti, a che serve scriverne oggi?
Serve a sottolineare un tema per me importante, rispetto al quale non è possibile far finta di niente: l’Italia di oggi non è quella dei nostri nonni, non è quella che loro ci hanno lasciato e non è certamente quella che avrebbero voluto per noi, dopo tante lotte, dopo tanta fatica.
Questo film sembrava dare molta speranza, vista proprio l’affluenza al cinema. E invece? Che è successo poi quando l’Europa ci ha chiamati alle urne ed avrebbe richiesto da parte nostra la stessa affluenza? È successo che siamo stati l’Italia: tante belle parole sui social, tante lacrime per “la storia raccontata magistralmente da Paola Cortellesi”, ma sono state parole e lacrime che si sono letteralmente perse per strada al rientro dalle sale…
E quindi, perchè scrivo oggi?
Perchè è l’indomani della rivincita francese, lì dove, al contrario, hanno davvero saputo dare un senso a quel “C’è ancora domani”. Hanno dimostrato che il voto cambia gli scenari - e con essi gli animi - come nient’altro.
Viva la Francia, quindi, perchè come loro stessi hanno urlato a gran voce - per di più in italiano, e chi l'avrebbe mai detto!! - riempiendo le piazze in tempo record, “siamo tutti antifascisti”, o quanto meno dovremmo esserlo.
Vive la France 🇫🇷